Mense scolastiche alle strette: irregolari 1 su 3. A Milano bulloni nel piatto e qualità dubbia della carne

Ancora irregolarità scovate dai carabinieri del NAS di Reggio Calabria nell’ambito di un servizio straordinario di controllo sull’erogazione dei servizi di refezione presso le mense degli istituti scolastici, privati e pubblici di ogni ordine e grado. A seguito di oltre 40 ispezioni hanno evidenziato irregolarità per carenze igienico sanitarie e strutturali. Sequestrati 60 chili di alimenti privi di tracciabilità mentre sono state inflitte sanzioni ammnistrative per euro 13.600 euro.

Nei giorni scorsi un intervento in tutta Italia – compiuto su 1.058 aziende che operano all’interno di asili nido, materne scuole di primo e secondo grado, sia pubbliche che private – ha trovato 341 mense scolastiche irregolari e 9 cucine sono state chiuse in aziende fornitrici di pasti. Il 31% (341) delle ditte controllate ha evidenziato irregolarità, che hanno portato ad accertare 482 violazioni penali e amministrative. 240mila euro le conseguenti sanzioni pecuniarie totali, dovute a violazioni nella gestione degli alimenti, cattive condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti, mancata rispondenza in qualità e quantità rispetto ai capitolati d’appalto, irregolarità di impiego delle maestranze, spesso sprovviste di adeguata qualifica e preparazione professionale. Se in alcuni casi è stata disposta la sospensione dell’attività e il sequestro delle cucine delle mense (per presenza diffusa di umidità e muffe), i Nas di Potenza hanno scoperto addirittura un servizio igienico adibito a deposito stoviglie e utensili. Sequestrate oltre 700 kg di derrate alimentari privi di tracciabilità. In particolare, 14 mense scolastiche delle province di Bari e Barletta-Andria-Trani sono state segnalate alle Asl di riferimento, per sanzioni amministrative pari a 15mila euro. In un caso, durante una ispezione svolta all’interno di un centro cottura, sito nella provincia di Bari, fornitore di pasti per un plesso scolastico, è stata disposta l’immediata sospensione dell’attività in considerazione delle gravi carenze igienico sanitarie e strutturali rilevate.
A Sassari si è scoperto che venivano somministrati agli alunni alimenti di qualità differente da quelli previsti dal contratto d’appalto: merluzzo e carne precotti e congelati al posto di quelli freschi e uova generiche al posto di quelle biologiche. I Nas di Napoli hanno sospeso l’attività del punto ristoro di un liceo classico per le pessime condizioni igieniche, ed è stato sequestrato mezzo quintale di prodotti dolciari e generi alimentari. In diversi casi, gli accertamenti dei Nas hanno rilevato l’impiego fraudolento di ingredienti di minore qualità rispetto a quella pattuita nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, come il Parmigiano Dop sostituito con altri formaggi.

Nel frattempo, a Milano gli allievi di una quinta elementare hanno trovato nel panino preparato da Milano Ristorazione in occasione di un pranzo al sacco per una gita scolastica un bullone farcito tra il prosciutto cotto e il formaggio. Per fortuna nessun ferito, ma la situazione rischia di degenerare a fronte di un malcontento già molto diffuso.

L’azienda – non a caso una municipalizzata del Comune – è accusata da un’altra scuola, la Giusti d’Assisi, che ha chiesto in massa la dieta vegetariana, di servire carne bianca mal cotta. Se dalle analisi – disposte dalla stessa Milano Ristorazione – non sembrano esserci irregolarità, le famiglie hanno però contestato la scelta della filiera. “La qualità della carne è infima: lo ha ammesso Milano Ristorazione nella mail di risposta ai nostri dubbi sulla cottura della carne. Si parla di “selezione genetica”, “elevatissima velocità di crescita” e di “fattori stressogeni” tali da modificare, quanto meno, la colorazione della carne, che per questo motivo ci appariva cruda anche se in realtà era ben cotta. Adesso molti genitori hanno tirato le somme: la dieta vegetariana proseguirà per tutto l’anno e forse per l’intero ciclo scolastico. Ma chiaramente anche il resto del menù non ci lascia tranquilli – ha detto un commissario mensa Giusti Panzini -. Fermo restando che le analisi condotte non sono indipendenti. Il campione di carne da analizzare è stato scelto dai genitori e consegnato a MiRi. Ma poi la stessa ha disposto le analisi. Non c’è modo insomma di avere una valutazione indipendente dei cibi serviti e in generale dell’operato di una azienda che resta una partecipata del Comune e non partecipa a bandi di gara: il suo ruolo è assicurato”.