Ristorazione: mobilitazione di massa contro i rincari energetici “Nessuna variazione nei prezzi e nei servizi, ma costi alle stelle” 

La situazione della ristorazione collettiva non è sostenibile. Lo denunciano Anir–Confindustria, Legacoop produzione e Servizi, Confcooperative e Agci in un comunicato congiunto mobilitandosi contro il caro energia. “Le aziende del settore denunciano l’allarmate, grave situazione di crisi che stanno affrontando: avere dei contratti in essere con la PA, con costi previsti continuamente modificati al rialzo, non riceve nessun tipo di revisione economica dei prezzi né alcuna rimodulazione nell’erogazione dei servizi stessi”. Al fine di non interrompere i servizi essenziali e indifferibili nelle scuole, nei presidi ospedalieri e in moltissimi ambiti della amministrazione pubblica, le aziende soffrono forti disequilibri economici che le stanno esponendo a gravi rischi, tanto più in quanto gli operatori del settore sono stati già̀ tra i più̀ colpiti dagli effetti della pandemia.

“Il continuo disinteresse delle istituzioni nei confronti di questo comparto lascia presagire a breve il collasso di un intero settore, con forti implicazioni sociali e sul mondo del lavoro: oggi rappresentiamo 1500 aziende per una platea di circa 110.000 addetti, per un fatturato complessivo di circa 6,5 miliardi”. L’agenda delle priorità richiede scelte molto chiare – spiegano le associazioni di categoria – e una stabilità che, allo stato delle cose, appaiono difficili da garantire. “L’inflazione, la crisi energetica, l’aumento dei costi delle materie prime e il generalizzato caro prezzi negli appalti, l’emergenza idrica, una pandemia che ancora preoccupa: sono solo alcune delle questioni che allarmano il comparto. Senza dimenticare le grandi questioni legate al dialogo sociale, al rinnovo dei contratti e il contrasto alla povertà”.

Tutta la rappresentanza del settore intende mobilitarsi e adottare tutte le azioni possibili affinché vi siano, dal nuovo governo, risposte concrete alle attuali criticità, “per evitare l’impossibilità di fornire servizi essenziali al nostro sistema – Paese e il conseguente ridimensionamento del numero dei lavoratori”. L’intenzione espressa è quella di avviare una straordinaria mobilitazione nazionale del Settore, coinvolgendo lavoratori e utenti. “Soltanto un intervento straordinario con effetto immediato sui contratti in corso, così come previsto per il settore dei lavori pubblici (costruzioni), può̀ salvare il settore. Soltanto dopo aver affrontato con le opportune misure legislative urgenti, chiederemo l’istituzione di un tavolo al governo per discutere interventi organici per un settore che garantisce servizi essenziali per il Paese e occupa migliaia di lavoratrici e lavoratori”.