Arriva Nando, il cestino che differenzia da solo

Un grande cestino intelligente che differenzia automaticamente i rifiuti. Come? Con una fotografia.

Torino, 03/04/2020 – Si chiama Nando, il progetto di nove ex studenti del Politecnico che hanno dato vita alla start-up Re Learn: «Volevamo un nome semplice, facile da ricordare. Ma che avesse una storia dietro di sé: Ferdinando II di Borbone è stato il primo a fare la raccolta differenziata in Italia». Lo racconta Giulia Piccitto, 24 anni, architetto. Lei si occupa di curare la parte marketing di un’idea nata la scorsa estate, e che ha iniziato a prendere forma a settembre: «Crediamo nella difesa dell’ambiente, ma pochi di noi scendono in piazza con Greta. Più che altro, volevamo mettere le nostre competenze a servizio della comunità. E poi, volevamo dare vita a qualcosa di nostro, essere i capi di noi stessi».

Nando è un’intuizione nata dall’esperienza quotidiana dei ragazzi: «Siamo tutti fuori sede – continua Giulia – e abbiamo viaggiato tante volte per lunghe tratte, rendendoci conto come in alcuni ambienti, per logistica e alti costi di gestione, la differenziata non venga fatta». Il loro «cestino intelligente», che per grandezza assomiglia più a un bidone, è in grado di classificare automaticamente i rifiuti che vengono inseriti al suo interno: «C’è un software di riconoscimento delle immagini: insomma, Nando riconosce i materiali di ogni oggetto facendone la fotografia. A quel punto, viene dato un input a un braccio meccanico – continua Giulia – che attraverso, attraverso un sistema di traspirazione, smista i rifiuti nei più piccoli cestini interni, facili poi da svuotare nel posto giusto». Perché non sia subito ricolmo, inoltre, Nando è dotato di un sistema di compressione per alluminio, plastica e carta, e di sensori di riempimento: «E con un’app o una piattaforma web l’utente può sapere quando è da svuotare, e anche ricavare dati utili».

I luoghi prediletti per Nando sono i grandi uffici e le grandi aziende: «Un po’ come il Grattacielo Intesa San Paolo, per fare un esempio – aggiunge Giulia – ma in generale tutti i privati, e le fiere. E anche le società di facility management, come quelle che si occupano di svuotare i treni e raccogliere la spazzatura a Porta Nuova». Con loro, i ragazzi di Re Learn hanno iniziato a prendere contatti. Nando è già un prototipo: «O quasi, ci ha bloccati l’emergenza – spiega Giulia -, ma stiamo allenando il software perché riconosca i materiali. Dalla parte business stiamo cercando sponsor». Ma c’è anche già il progetto di farlo diventare realtà: «Realizzeremo con un’azienda di Torino il primo per poterlo far lavorare: ha bisogno di provare per diventare performante. L’obiettivo era di iniziare a venderlo da gennaio, speriamo di non dover slittare troppo». Giulia è la più giovane del gruppo, gli altri ragazzi hanno al massimo 28 anni, e sono già pronti a fondare una società: «Tutto è fattibile, serve tanta passione per il progetto e dedizione alla tua idea, tanto studio, intraprendenza. E un pizzico di fortuna».

 

Fonte: Corriere della sera