SANITÀ: Stop a Serenissima, pasti degli ospedali da rifare l’appalto da 303,5 milioni

VENEZIA – Abbiamo un bel dire che la sanità veneta è la migliore sulla piazza. Forse in sala operatoria, auguriamocelo almeno. Non nei servizi. Azienda Zero, cioè il gestore di tutto, in pratica la Regione, dovrà rifare completamente la gara per la fornitura di pasti negli ospedali. Lo comunica l’Anac, l’autorità anti-corruzione, che dichiara illegittimi i criteri con cui è stato assegnato a inizio 2018 l’appalto di 303,5 milioni di euro, poi sospeso per ricorsi. L’appalto era diviso in sei lotti, tre sono stati bloccati a inizio 2019 dal Consiglio di Stato, che ha accolto i ricorsi citati. Azienda Zero puntava ad andare avanti con gli altri tre, invece non può farlo perché i criteri di assegnazione sono gli stessi per tutti i lotti. Cosa più che nota al manovratore. È l’intera procedura di gara che va cambiata.
Ci facciamo dire da “Roma ladrona” che stiamo spendendo i soldi dei contribuenti veneti in modo illegittimo: il che significa non solo sbagliato, anche sospetto. Tant’è vero che la delibera dell’Anac firmata da Raffaele Cantone viene girata «per gli eventuali profili di competenza» non solo all’Agcm, l’autorità garante della concorrenza, ma anche alla Corte dei Conti e alla procura della Repubblica. Vuol dire possibilità di contestazione di danni erariali o di reati penali. Bel risultato.
Che arrivasse era nell’aria, i bene informati ne parlavano. Per questo è da chiedersi se una decisione diversa non poteva essere presa nel frattempo da Azienda Zero: tipo annullare tutto in autotutela, invece di resistere, senza aspettare che ce lo dicessero gli altri? Abbiamo voluto farci del male?
La delibera dell’Anac, n. 427 del 15 maggio, ripercorre le tappe della vicenda, da quando il 13 febbraio 2018 l’Autorità ha chiesto informazioni alla stazione appaltate del Veneto. Intendeva «le modalità concrete di svolgimento della gara, il tipo di procedura, i criteri di aggiudicazione, di valutazione, di suddivisione in lotti, con particolare riferimento alla disponibilità di un centro di cottura».
Com’è noto la gara è stata vinta dall’azienda vicentina Serenissima Ristorazione, l’unica che dispone di un proprio centro di cottura, realizzato grazie alla Regione Veneto. E che si è vista assegnare tutti i 6 lotti.
Azienda Zero ha risposto «in modo laconico» allegando la corrispondenza con Crite, la Commissione regionale investimenti tecnologia edilizia. Anac si è concentrata sul ruolo di Crite e qui le valutazioni coincidono con quelle del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai ricorsi di Dussmann, annullando l’assegnazione di tre lotti su sei. Ma solo perché Duss-mann ha ricorso per tre lotti. Se era interessata a sei, saltava tutta la gara senza scomo-dare Cantone.
Cosa c’era di sbagliato nell’appalto? Ecco i rilievi dell’Anac in sintesi:
1) «Critesi è sostituita alla stazione appaltante con una serie di emendamenti al capitolato tecnico sfociati in vere e proprie prescrizioni sui criteri di assegnazione e nella definizione del rapporto qualità prezzo»;
2) «la standardizzazione dei servizi è stata perseguita strutturando illegittimamente la gara per favorire la concentrazione di tutti i lotti nell’unica impresa già presente sul territorio con il più grande centro di produzione pasti del Veneto»;
3) «è censurabile il comportamento del Rup, responsabile unico del procedimento, che si è acriticamente conformato agli emendamenti della Crite, diventati prescrizioni vincolanti senza specifiche motivazioni»;
4) aver deciso di rottamare tutte le cucine esistenti negli ospedali per la produzione dei pasti, senza la minima analisi sullo stato di funzionamento o di obsolescenza, con costo di 700.000 euro carico delle Aziende sanitarie, dimostra che «l’operazione era artatamente diretta a con-seguire un determinato risultato»;
5) «è stato omesso il vincolo di aggiudicazione, cioè la facoltà della stazione appaltante di limitare il numero massimo dei lotti da assegnare ad un solo vincitore, cosa che poteva evitare posizioni di monopolio»;
6) «il numero e le caratteristiche della divisione in lotti appare funzionale ad orientare un certo assetto produttivo per un tempo indeterminato, confermando che l’intera struttura della gara risulta viziata sotto il profilo discrezionale e funzionale e disposta in violazione dell’articolo 51 del codice degli appalti, dei principi di libera concorrenza e non discriminazione, nonché di economicità, efficienza ed imparzialità».
Azienda Zero è invitata a far conoscere entro 30 giorni le determinazioni assunte. Firmato Cantone.

Fonte: Il Mattino di Padova – Renzo Mazzaro