Ristorazione collettiva, «Governo intervenga per evitare stop del servizio mense»

Le associazioni della ristorazione collettiva si focalizzano, oggi, su un settore che svolge un servizio molto rilevante per ospedali, Rsa e scuole di ogni ordine e grado.

Il settore durante i mesi ha chiesto interventi e misure urgenti. Tra queste, determinare con chiarezza la clausola di revisione dei prezzi, prevedendo l’adeguamento automatizzato per tutti i contratti (vecchi e nuovi), privilegiando le gare a costo fisso.

Nonostante le difficoltà economiche degli ultimi tempi, il comparto ha comunque garantito la continuità del servizio, non comportando disagio alcuno per gli utenti. Si tratta, infatti, di un settore che assicura un servizio essenziale e volto alla comunità con un impatto positivo non solo sulla salute delle persone, ma anche sul nostro pianeta. Questo perché è risaputo che una corretta alimentazione, ci aiuta a prevenire diverse malattie croniche.

Attualmente, però, oltre 5 milioni di italiani, tra cui bambini, anziani e persone fragili, rischiano di non poter più ricevere un pasto caldo. Il mancato ascolto da parte dell’esecutivo ha reso ancora piu’ complicata la situazione e messo numerose imprese in ginocchio. Da qui l’appello delle associazioni alle aziende pronte a organizzare una mobilitazione nazionale del settore davanti alle principali sedi istituzionali per esprimere il dissenso verso una politica che, fino ad oggi, non ha preso in considerazione un settore così rilevante.

Grazie al lavoro di circa 1.500 aziende, 92mila persone vengono serviti ogni anno circa 760 milioni di pasti all’interno di scuole, ospedali e Rsa.

 Angem: «Il nostro settore sta morendo»

«Dopo mesi di confronto con le istituzioni, purtroppo siamo costretti a riconoscere che siamo giunti a un nulla di fatto ha dichiarato Carlo Scarsciotti, Presidente di Angem. “Il nostro è un settore che, a causa di questa situazione, muore giorno dopo giorno. Si tratta di una condizione che non ci permette di programmare il nostro futuro e per la quale oggi siamo costretti a interrompere i dialoghi per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di riferimento».

«Insieme alle altre associazioni siamo pronti a scendere in campo con manifestazioni e altre forme di comunicazione per accendere un faro su un comparto così indispensabile per le categorie più fragili e non solo», ha annunciato sempre Scarsciotti.