Covid e ambiente: la sanificazione sostenibile scoperta in Italia

Un sistema di sanificazione a prova di sostenibilità, tutto al naturale. Con lo scopo di evitare la contaminazione delle superfici, negli ospedali, nei treni, nelle scuole, sui luoghi di lavoro. E nel rispetto dell’ambiente. È la novità, tutta italiana, annunciata nelle ultime ore per contrastare ulteriormente il Coronavirus. Di cosa si tratta nello specifico? Al momento è lo studio più avanzato al mondo, basato sull’utilizzo della competizione biologica attraverso l’impiego di probiotici, in grado di ridurre il rischio Ica (infezioni correlate all’assistenza) e contrastare la diffusione del Covid-19.

Insomma, microbi buoni che combattono altri germi cattivi, inclusi il virus Sars-Cov2, senza il ricorso ad agenti chimici. La ricerca sarà pubblicata nelle prossime settimane da riviste scientifiche accreditate. Il sistema di sanificazione PCHS è stato ideato da Copma. A illustrarla sono stati Walter Ricciardi, già consulente del ministro della Salute e Ordinario di igiene e medicina preventiva dell’Università Cattolica del Sacro cuore ed Elisabetta Caselli, docente del Dipartimento di scienze chimiche e farmaceutiche e Cias dell’Università di Ferrara.

Dati su efficacia e sostenibilità

“Nell’ottica di prevenzione da virus, la differenza con i normali disinfettanti chimici è netta”, spiegano i promotori. Il cambiamento comincia dalla durata d’azione “senza contare le prospettive di utilizzo anche per tutti quegli ambienti (non solo ospedali quindi) che hanno bisogno di processi di sanificazione, come mezzi pubblici di trasporto, scuole, uffici. Nelle prove di laboratorio il sistema PCHS (ecolabel) ha dimostrato di essere performante rispetto alle normative standard, riuscendo ad abbattere la concentrazione di virus del 99.99%”, spiegano a Impakter Italia.

“Si tratta di un’innovazione dirompente  che può cambiare radicalmente il modo in cui si combattono le infezioni, non solo in ospedale”, spiega Ricciardi. Il motivo è chiaro: “Si combattono i germi con altri germi e, a differenza dei disinfettanti chimici, che hanno effetti collaterali di impatto ambientale. Con il sistema PCHS ciò non avviene”, aggiunge il docente. Caselli entra poi nel dettaglio della scoperta: lo sviluppo iniziale del sistema di sanificazione PCHS, con efficacia stabile, basata sull’azione dei microbioti sani applicata anche al contrasto di virus inviluppati, tra cui il Sars-Cov2.

Spiega la docente: “L’uomo è un super-organismo, costituito dalle proprie cellule e da tutti i microrganismi che lo colonizzano in equilibrio tra loro, ma anche gli ambienti costruiti possono essere considerati super-organismi”. Quindi, “la sanificazione biologica si basa sull’equilibrio del microbioma. Invece di eliminare tutti i microbi, è più efficace rimpiazzare quelli cattivi con microbi buoni. Si parla di esclusione competitiva”, osserva Caselli.

Sanificazione sostenibile su bus e nelle scuole

Riccardi torna sull’uso che si può fare del sistema di sanificazione sostenibile: “Può essere applicata anche per i nostri treni, per i nostri autobus, con un’innovazione italiana che ha bisogno del supporto delle nostre istituzioni”. C’è un punto da risolvere: “Un chiarimento regolatorio che tranquillizzi tutti. Non bisogna cambiare la legge, ma permettere l’applicazione di un’innovazione scientifica disponibile, modificando regolamenti e linee guida fissati da Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute”.

Un passo in avanti importante. Del resto la lotta al Covid-19 e la tutela dell’ambiente sono le due principali battaglie da condurre in questi tempi. Anzi, proprio la pandemia ha messo al centro un’altra problematica: evitare che l’impiego massiccio di dispositivi di protezione individuale, in primis le mascherine, potessero avere un impatto pesante per l’equilibrio dell’ambiente. Ma nel discorso rientrano, ovviamente, anche gli agenti chimici presenti nei detergenti per sanificare.

Fonte: Impakter.it