“Saremo inflessibili sulla mensa” La battaglia dei genitori continua

Alessandria, l’opposizione chiede commissione urgente

Il caso: «Io pago uno sproposito perché risiedo in un altro Comune ma lavoro ad Alessandria, porto i miei figli nelle scuole alessandrine per comodità, una comodità che mi costa solo di iscrizione 300 euro, più 5 euro ogni buono pasto. E non ci sto a pagare una mensa che non mi dà il servizio che pago». Clotilde Armellini è una delle mamme che ha protestato nei giorni scorsi per la qualità del cibo servito ai bambini. Nei gruppi social dei genitori alessandrini, e nelle chat whatsapp, scambi di foto con piatti scarsi e frutta ammaccata, diversi i casi che hanno portato l’opposizione in Consiglio comunale (Pd e Cinque Stelle, Alessandria è a trazione leghista) a chiedere una Commissione consiliare urgente. I problemi da affrontare sono sia sulla qualità del servizio, con diverse email di protesta inviate agli uffici comunali, sia sul bilancio consuntivo del Comune. L’azienda appaltatrice Solidarietà e Lavoro ha chiesto circa 500 mila euro per adeguamento Covid, soldi che non erano previsti dall’appalto. Mentre per la qualità del servizio il problema è il centro cottura: dal primo marzo è di Vivenda, che ha sede ad Asti. «Un centro cottura di ultima generazione – dicono i responsabili di Vivenda – e che garantisce pasti come un ristorante di qualità». «Sarà anche così – dice Clotilde Armellini – ma il problema è che se mancano le mozzarelle, come è capitato la settimana scorsa, non puoi portarle mezz’ora dopo. I bambini non le mangiano più. Mio figlio Tommaso esce da scuola sempre affamato. E quella pera che ho fatto vedere in un video sui social è solo un esempio». «Dovremo parlare di molte cose in Commissione, per quanto riguarda il servizio ai bambini vogliamo vedere tutte le mail dei genitori» così Vittoria Oneto, consigliere Pd e presidente della Commissione Bilancio che ha chiesto la convocazione urgente della commissione congiunta con quella Cultura che si occupa appunto della scuola. Per l’assessore all’Istruzione Silvia Straneo le difficoltà del servizio si sono registrate solo i primi giorni di marzo, poi solo un ritardo sulla consegna dei pasti. «Il problema principale per i nostri bambini è la quantità di cibo – ribatte Armellini – la qualità spesso è anche migliore di prima, a parte la frutta, ma i piatti sono veramente scarsi. Certo in questi giorni con tutte le proteste che abbiamo fatto sui social e sui quotidiani di cibo ne arriva di più. Io il buono pasto lo pago per intero non a secondo che mancano mozzarelle oppure no. Con gli altri genitori abbiamo deciso di aspettare questa settimana (che inizia da oggi), per vedere come va: e non ne faremo passare più una, a noi interessa che i bambini stiano bene e mangino abbastanza. Paghiamo abbastanza proprio per quello». La mensa scolastica ad Alessandria ha provocato proteste sin quando, dopo l’insediamento della giunta leghista, dopo la gara d’appalto del 2018 aveva vinto Solidarietà e Lavoro (pugliese), che si affidava al centro cottura Artana in città. Tutto è andato più o meno bene, anche se con qualche protesta, fino a marzo quando il centro cottura è cambiato e i pasti arrivano da Asti, centro cottura Vivenda. La cooperativa ha sempre assicurato che i pasti sarebbero arrivati caldi e in orario, con il pulmino jolly per eventuali mancanze. Ci sono state proteste dei genitori fin da subito, e adesso il «caso» delle porzioni ridotte.

Fonte: La Stampa