Scioperi in Serenissima Ristorazione e la politica entra a gamba tesa

Si apprende dai media che sono iniziati scioperi in Serenissima Ristorazione.

Questi potrebbero compromettere il servizio di refezione all’interno delle strutture ospedaliere in appalto a Serenissima.

Le accuse dei lavoratori sono il mancato pagamento di permessi sottratti, turni di lavoro massacranti, pericolosità del parco mezzi, revisione di contratti part-time stipulati senza la definizione dettagliata dell’orario di lavoro.

Serenissima ha diversi problemi in questo periodo, infatti l’azienda è agli onori della cronaca da più di venti giorni per il monopolio che sembrerebbe avere nelle forniture di pasti negli ospedali veneti. Tutto parte da alcune denunce di “anomalie allarmanti” e di “risultati scontati” di una gara d’appalto da 303 milioni di euro e 7 anni di contratto, i cui lotti sono stati aggiudicati, nel 2017 per il 95%, da Serenissima.

Alla stampa non è sfuggita inoltre la correlazione tra lo zar delle mense Mario Putin con l’ex governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan, ora agli arresti domiciliari per la questione del MOSE.

Le stranezze di questo grande appalto partono dal massimo dei punteggi ottenuto da Serenissima nonostante i requisiti differenti richiesti per ogni lotto. Secondo notizie circolanti e analizzando l’aggiudicazione ci si scontra con una richiesta “tailored-made” per la società vicentina,  ovvero quella di produrre pasti in cucine esterne alla struttura ospedaliera e non all’interno dei nosocomi. E’ inutile sottolineare l’estremo vantaggio per Serenissima, l’unica partecipante alla gara a disporre di un centro di cottura a Boara Pisani finanziato dalla Regione Veneto. Queste richieste ad hoc  hanno lasciato a bocca asciutta i concorrenti, in primis la Dussmann, colosso tedesco del settore del facility management, la cui sede italiana è nella provincia di Bergamo.

Anche la politica è scesa in campo. Il capogruppo Stefano Fracasso e il consigliere Claudio Sinigaglia (PD) sono stati i primi firmatari di un’interrogazione che ha portato il caso al centro del dibattito politico. A seguire il M5S, con la consigliera regionale Patrizia Bartelle, ha dichiarato: “Ecco l’utilità dell’Azienda Zero per la sanità veneta: ad indire mega appalti che vengono vinti dai soliti noti. Senza Azienda Zero, probabilmente le singole aziende usl, magari 21 invece di 9, avrebbero fatto bandi singoli, consentendo quindi ad una maggiore partecipazione ad ogni gara e garantendo il rispetto del principio di concorrenza”. Non ci resta che attendere, ora, le verifiche dell’Autorità nazionale anti corruzione (Anac) di Raffaele Cantone, sperando che non ci sia un effetto domino negli scioperi, sarebbe assurdo il problema si traducesse in mancato servizio, ovvero pazienti senza cibo e lavoratori senza stipendio.