Sì a mense, spostamenti e shopping senza limiti, Zaia: «Lockdown finito»

Venezia – 05/05/2020 – La stagione delle ciliegie è alle porte e un’ordinanza tira l’altra. Così Luca Zaia firma un’ulteriore serie di misure che integrano e annullano quelle adottate non più tardi di 24 ore fa. La ratio dichiarata dal governatore mira a fornire alle forze dell’ordine un testo unitario, così da alleviare la babele di provvedimenti emanati sull’asse Roma-Venezia, delineando linee guida essenziali. Vediamole.

Norme in vigore fino al 17 maggio

Tra le novità più rilevanti – in vigore da oggi al 17 maggio – c’è senz’altro la riapertura delle mense destinate ai lavoratori pendolari, in primis quelli dei cantieri e degli uffici: consente di avvalersi dei servizi di ristorazione – con rigide regole di sicurezza, liste prefissate dal titolare dell’azienda, locali a porte chiuse – e promette una qualche boccata d’ossigeno ai locali che confezionano o servono i pasti. Un altro allentamento significativo riguarda lo shopping: cancellati gli steccati comunali, ora gli acquisti sono consentiti in ogni parte del la regione. Ancora: sul versante dell’accoglienza, chi si trova in Veneto per ragioni legate all’attività sanitaria e più in generale all’emergenza in atto, potrà essere ospitato non soltanto negli alberghi “superstiti” ma anche in agriturismo o Bed&Breakfast, reduci a loro volta da un lungo stop forzato. Ampliata anche la tipologia di vendita nei mercati: oltre ai generi alimentari e ai capi d’abbigliamento per l’infanzia è ammesso anche il commercio di fiori e piante, libri e cancelleria. Si allunga l’elenco degli sport consentiti (voga, motociclismo, tiro a segno…), cade ogni limite all’attività motoria: chi ha voglia di sgranchirsi, o di pedalare, è libero di galoppare dal Polesine alle Dolomiti. A proposito di spostamenti: una deroga alle onnipresenti mascherine è prevista in caso di «sforzo fisico in atto» (podisti e ciclisti rischierebbero l’ipossia) e, a bordo dei veicoli, per quanti siano conviventi di chi è alla guida. Disco verde all’accesso a imprese e magazzini per le attività di sanificazione. Riprende anche l’addestramento degli animali. C’è un piano per gli asili e le materne «Ufficialmente oggi finisce quel poco di lockdown rimasto, i cittadini escono di casa, le motivazioni sono tante e talmente variegate che chiunque può farlo. Il che, di fatto, vuol dire veramente liberi tutti», la chiosa di Zaia, convinto che «la quarantena era già sostanzialmente cessata il 10 aprile quando il Governo, con i codici Ateco, le deroghe, i silenzi-assensi delle prefetture ha consentito di riattivare buona parte delle attività». Restano i “buchi neri”: circuito dell’abbigliamento, artigiani del servizio alla persona, comparto del turismo, famiglie con bambini sottratti all’aula scolastica e genitori richiamati al lavoro. «Domani presenteremo un piano dettagliato per asili e materne, chiediamo una validazione scientifica all’ipotesi di una parziale riapertura all’aria aperta previ controlli della temperatura e accompagnamento del genitore. L’alternativa è attendere il primo giugno: francamente mi pare troppo».

L’incremento del traffico in cifre

Traffico sostenuto, parcheggi improvvisamente affollati. A quanto è ammontato l’incremento della mobilità in mattinata? Alle 10:30 l’autostrada Serenissima dichiarava un +32%, la Cav +35%, quindici punti in più per i vaporetti a Venezia, altrettanti per BusItalia. Che altro? L’invito a non abusare delle sanzioni a carico dei cittadini – «I controllori siano rigorosi ma applichino le regole date, non si trasformino in giudici» – e un aggiornamento sul conto corrente solidale: «Siamo a 57 milioni, grazie a tutti di cuore, i donatori sono oltre 34 mila, chi può continui ad aiutarci: la spesa straordinaria della sanità ha già superato cento milioni».

Il segretario è Salvini, punto.

Scontato l’accenno al sondaggio di Repubblica che accredita a Luca Zaia un consenso nazionale del 50%, inferiore soltanto a quello del premier Conte. Governatore, chiede il cronista, la presidenza del Consiglio è un sogno o una realtà? «È un incubo», la replica immediata «ho lasciato un ministero per tornare in Veneto e non lascio la mia comunità in una fase emergenziale. Io a capo della Lega? Smettiamola per favore, il segretario è Matteo Salvini, punto e basta».

 

Fonte: Corriere delle Alpi