Costi: Enea spiega come ridurli negli ospedali e nella PA (anche grazie ai Criteri Ambientali Minimi)

Alleggerire le bollette di ospedali e pubbliche amministrazioni, sostenendo una buona pratica che sia d’esempio per i privati e che possa contribuire a ridurre le emissioni. Enea ha predisposto 20 buone pratiche per consumare meno nei grandi sistemi energivori, con consigli stilati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile in collaborazione con Isnova e Logical Soft.

Si parte dai sempre verdi consigli sull’uso delle scale invece degli ascensori (fa risparmiare ogni volta 0,05 kWh e sono circa 100 milioni i viaggi in ascensore ogni giorno, in Europa), dall’installazione di dispositivi di controllo intelligenti, per arrivare a una gestione corretta delle temperature in estate e in inverno (vedi sotto, nel link Youtube, lo stralcio che Zerocalcare dedica alle temperature estreme sui treni italiani), alla chiusura di porte e finestre, all’attivazione delle funzioni di risparmio energetico. Ci sono poi alcuni consigli più specifici per la Pubblica Amministrazione:

  • utilizzare lampadine a basso consumo
  • privilegiare soluzioni cloud
  • ottimizzare l’impiego delle stampanti
  • effettuare regolarmente la manutenzione

In particolare per gli ospedali si suggerisce di:

  • spegnere sempre le luci a fine giornata
  • sprecare meno acqua possibile
  • non coprire emettitori con oggetti
  • stampare solo quello che serve

Basti pensare che limitare l’uso delle stampanti e staccare l’alimentazione anche delle fotocopiatrici a fine lavoro e nei weekend riduce il consumo energetico del 24%. In inverno, portare la temperatura a 18°C e spegnere il riscaldamento un’ora prima consente di risparmiare oltre il 12%. D’estate, allo stesso modo, impostare la temperatura a circa 28°C, aumentando di un grado l’impostazione utilizzata solitamente, fa risparmiare il 22% dell’energia richiesta per il raffrescamento.

Sfruttando poi, anche in questo senso, lo smart working, è possibile impostare una gestione più flessibile dell’energia, con sistemi di controllo intelligenti basati sui rilevatori di presenza che consentono di massimizzare l’efficienza anche quando gli uffici sono parzialmente occupati, con un risparmio di energia per il riscaldamento che va dal 7% al 20% e per il raffrescamento tra il 2% e il 4%. Fra le misure più efficaci segnaliamo anche l’installazione di sistemi di controllo intelligenti dei sistemi di illuminazione, tenuto conto che il 30% del consumo energetico delle strutture ospedaliere è legato all’uso di luce artificiale. Attenzione anche alla gestione dell’acqua calda sanitaria: in ospedale il consumo specifico di energia per riscaldare acqua è superiore di circa tre volte a quello per uso abitativo.

Altro ambito in cui è possibile risparmiare davvero molto è quello delle pulizie ospedaliere: fino al 36% per quanto riguarda l’impatto ambientale delle pulizie, secondo il nuovo protocollo Lca Green, testato dal Laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Scienze Chimiche, Farmaceutiche e Agrarie dell’Università degli Studi di Ferrara. Si tratta di aderire ai nuovi Criteri Ambientali Minimi – passo fatidico già scelto anche in ambito ristorazione collettiva: con enorme successo di pubblico ma anche con ottimi risparmi economici – nelle diverse aree caratterizzate da rischio di contaminazione (dagli ambulatori medici, alle camere di degenza, passando per i bagni e le aree comuni) rispetto alle modalità tradizionali, per compararne gli impatti ambientali. In particolare, il protocollo Lca Green suggerisce le migliori concentrazioni di detergenti Ecolabel e disinfettanti Pmc, affronta la questione attrezzature, i lavaggi dei materiali da ricondizionare, prendendo in considerazione anche i modelli di lavasciuga impiegati. Lo studio ha confermato la capacità del nuovo protocollo di garantire il rispetto degli standard di sanificazione e disinfezione necessari nelle strutture sanitarie, riducendo, allo stesso tempo, l’impronta ecologica. Il costo ambientale per la pulizia di un metro quadrato di superficie ospedaliera con il nuovo protocollo risulta pari a 0,300 chili di CO2 in un anno, mentre per pulire la stessa superfice con le tecniche tradizionali si genererebbero 0,468 chili di CO2. Una bella differenza. Moltiplicando la cosa per l’intero processo di pulizia ospedaliera, si risparmierebbero nell’intero presidio ospedaliero oggetto della sperimentazione 4.527 chili CO2 equivalente l’anno.

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