Facility management in chiaroscuro, con qualche eccezione

Negli ultimi giorni numerose vicende giudiziarie gettano ombre su un settore in continua crescita ma con alcune situazioni critiche

MILANO, 28/11/2019 – Nuove indagini e nuovi processi tra le aziende del facility management, settore in crescita, con importanti potenziali https://www.facilitynews.it/2019/01/25/intervista-a-croci-il-facility-manager-vale-un-risparmio-oltre-il-20-per-le-aziende/  ma sempre più spesso nel vortice delle procure.

La notizia di attualità più recente riguarda il funzionario comunale sotto accusa a Pescara, Paolo Di Crescenzo, all’epoca dei fatti responsabile del servizio di refezione scolastica, uno dei sei imputati per lo scandalo delle mense relativo alla gara di appalto del 2010/2013, che si aggiudicò Cir-Food. I sei dipendenti (due comunali e 4 Cir) devono rispondere a vario titolo di corruzione, turbativa d’asta e falso. Una delle principali accuse che vengono contestate a Di Crescenzo è quella di corruzione in relazione all’assunzione del figlio nella Cir, e su questo aspetto l’imputato dice: «Non ho mai avuto benefici da questa ditta e non ne ho mai dati». Ma non finisce qui: le indagini riguardano anche l’ex dirigente comunale del servizio mense, Germano Marone, accusato di aver rinegoziato un contratto di appalto che permise alla Cir di non realizzare il centro cottura nella scuola “11 febbraio 1944” e di sostituirlo con l’acquisto di attrezzature, creando un buco di oltre 128mila euro a vantaggio, secondo l’accusa, di Cir.

Da Bari, altra notizia di qualche giorno fa, l’ennesima truffa e abuso di ufficio sono i reati contestati a Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto della Regione e sua moglie Milena Rizzo, assieme all’imprenditore barese Vito Ladisa. L’inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dalla pm barese Savina Toscano, riguarda la gestione di un Pfa, ovvero il piano formativo aziendale finanziato dalla Regione Puglia e gestito, secondo l’accusa, da Milena Rizzo. I finanzieri hanno perquisito la sede della Ladisa Srl, dove si è svolto il corso tra il 2016 e il 2018. Si contesta che l’attività formativa sia stata effettivamente svolta e questo significherebbe coinvolgere nell’eventuale reato una miriade di pubblici funzionari, come abbiamo spiegato meglio qui https://www.facilitynews.it/2019/11/21/indagati-per-truffa-e-abuso-dufficio-claudio-stefanazzi-e-vito-ladisa/.

Ancora, nelle ultime ore, sono state depositate due nuove interrogazioni su una vicenda che si trascina dal gennaio 2018, sulla questione del servizio di ristorazione delle Ulss venete.

“Il Consiglio di Stato aveva annullato il mega appalto sulle mense venete e l’Anac si era pronunciata con una pesantissima censura. Azienda Zero cosa fa? Ripropone un bando sostanzialmente uguale! La Giunta Zaia deve spiegare quali sono le ragioni di questa scelta che appare al di fuori di ogni logica”: questo il commento dei consiglieri regionali del coordinamento Veneto 2020, Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda, che hanno depositato un’interrogazione (la quinta!) indirizzata alla Giunta regionale per conoscere i perché Azienda Zero, nonostante la decisione del Consiglio di Stato e i rilievi dell’Anac, abbia appunto riproposto un bando per il servizio di ristorazione delle mense ospedaliere simile a quello precedentemente annullato.

Tutto era partito dall’appello dell’impresa ricorrente Dussmann – a onor del vero una delle poche realtà del settore Facility Management con un approccio professionale, senza nessuna macchia – contro la ditta vincitrice della prima procedura di appalto, Serenissima Ristorazione, con un centro di cottura a Bora Pisani, inaugurato nel 2010 dall’allora Governatore Giancarlo Galan e finanziato dalla Regione Veneto.

Lo scorso febbraio il Consiglio di Stato aveva dichiarato che 3 lotti su 6 risultavano illegittimi. A conferma e a conforto della decisione di Palazzo Spada, interviene una Delibera Anac, la n. 427 del 15 maggio 2019 a firma Giuseppe Cantone, con la quale dichiarava illegittimi i rimanenti 3 lotti e, quindi, tutto l’appalto da 303,5 milioni di euro.

Lo scorso 2 luglio Azienda Zero riproponeva quindi un nuovo bando: “Sembra di assistere a un delirio di onnipotenza – spiegano i tre consiglieri – nonostante le sentenze, il bando viene ripresentato con la stessa impostazione. In particolare c’è ancora il sistema di cottura esterno e non è stato introdotto alcun vincolo di aggiudicazione. Due aspetti che, nelle sentenze del Consiglio di Stato e secondo il parere dell’Anac, avrebbero favorito una specifica società, ovvero la Serenissima Spa il colosso dell’imprenditore Mario Putin che avrebbe così ottenuto il monopolio della ristorazione ospedaliera in Veneto”.