Un debito di 90mila euro di pasti non pagati. È questo il dato riportato dal Comune di Treviso in seguito agli accertamenti sul regolare pagamento del servizio di mensa scolastica. Sarebbero risultati circa 1300 alunni in situazioni di irregolarità: 1016 alunni sono regolarmente iscritti alla mensa ma con profili a debito cumulativo, vale a dire che i loro conti nel portale sono in rosso e necessitano di essere ricaricati per poter effettuare il regolare pagamento; 52 alunni non sono stati regolarmente iscritti al servizio di refettorio, di cui però usufruiscono abitualmente; 108 alunni hanno finito il ciclo scolastico e non si sono preoccupati di saldare il debito; Infine, il restante segnala giornalmente entro le 9:00 l’assenza del figlio al refettorio (servizio disponibile nel portale online per non effettuare il pagamento quando l’alunno è a casa per malattia e quindi il servizio non viene fornito) ma in realtà l’alunno è presente e usufruisce del servizio mensa regolarmente.
Il servizio mensa presso il comune di Treviso è in appalto alla ditta Euroristorazione, che insieme al consiglio comunale ha sollecitato i pagamenti ai soggetti che sono in rosso e, inoltre, ha ricordato a tutti i genitori che per usufruire del servizio mensa è necessario iscriversi al portale online apposito per poter regolarmente effettuare i pagamenti per via telematica.
Il servizio mensa è a pagamento per tutti gli alunni, tranne per le famiglie in difficoltà di cui si fa economicamente carico il Comune di Treviso.
«Insieme alla ditta che eroga il servizio, abbiamo chiesto la collaborazione agli insegnanti e al personale delle scuole affinché segnalino alle famiglie le irregolarità suddette e le sollecitino a fare l’iscrizione o il rinnovo sul portale informatico», afferma l’assessore all’Istruzione del Comune di Treviso, Silvia Nizzetto. «Non solo il perdurare delle situazioni di morosità costringe ad attivare azioni di recupero ma ha implicazioni da non sottovalutare dal punto di vista sanitario: la mancata segnalazione di patologie e allergie al Comune determina un potenziale pericolo per il proprio figlio»