NAPOLI, 12/12/2019 – Sono 401 i lavoratori EPM e 440 quelli GESAP a rischio licenziamento in Campania, per via delle internalizzazioni del personale di pulizia attivo nelle scuole, fino a quest’anno affidato a ditte e cooperative esterne ma che dal 2020 passerà sotto la direzione del Miur. Lunedì 16 dicembre alle 9:00 è indetto un presidio permanente di tutti i lavoratori coinvolti, organizzato dai sindacati Filcams CGIL, Fasascat CISL, Ulitrasporti UIL, davanti al Consiglio della Regione Campania di Napoli.
Il problema è molto più grande di così. La vicenda dell’internalizzazione degli addetti alle pulizie parte un anno fa, quando il governo gialloverde ha inglobato nella legge di Bilancio 2019 la norma che mette fine di fatto agli appalti di pulizia degli istituti scolastici nazionali, avviando nel contempo l’internalizzazione del servizio. Oggi, con il D.D.G 2200 del 6/12/2019 il governo ha avviato il processo di reclutamento di questi lavoratori, che in totale sarebbero 16.800, anche se quelli che beneficeranno di un posto di lavoro statale saranno solo 12mila, mentre resteranno a casa circa 5mila lavoratori. Le disposizioni partiranno dal 1° gennaio 2020, o in alternativa dal 1° marzo se verrà accolta un’ulteriore modifica di legge al vaglio del Parlamento. I lavoratori interessati hanno tempo fino al 31 dicembre 2019 per candidarsi alle selezioni.
Non sono solo i lavoratori a protestare. A dirla tutta non dovrebbero essere nemmeno solo i lavoratori licenziati a protestare. Per tutti gli altri il futuro rischia di essere incerto e meno sereno di adesso. Taglio delle ore e ricollocamento sono scenari molto plausibili per i 12mila “fortunati”.
Ma tutto questo a che pro? Le associazioni di categoria come Anip–Confindustria (ma anche Legacoop e Confcooperative) stanno contestando duramente in questi giorni la decisione del governo a procedere. “Ciò che chiediamo – ha dichiarato Lorenzo Mattioli, presidente di ANIP-Confindustria – è innanzitutto l’affidamento e l’inquadramento dei servizi di pulizia tramite gara pubblica con la prosecuzione dei servizi. Nel caso in cui si proceda diversamente, invece, occorre l’esenzione della tassa di licenziamento per le aziende obbligate ad aprire le procedure di mobilità dopo lo stop degli appalti per i servizi di pulizia delle scuole voluto dal governo”. La beffa per le aziende che fino al 31 dicembre 2019 erogano questo servizio consiste proprio in questo: costretti a licenziare i lavoratori e anche a pagare la NASPI (la tassa sui licenziamenti) senza averla determinata direttamente. Prosegue Mattioli “l’internalizzazione è pura follia: una platea di esuberi superiore a quella dell’ex Ilva”.