Come la ristorazione aziendale sta cambiando con lo smart-working

Dopo aver visto crollare sensibilmente il numero di pasti a causa dello smart-working, le mense aziendali ora puntano sulla tecnologia e su opzioni più innovative per adattarsi al nuovo mondo del lavoro.

Nel 2020 con l’arrivo della pandemia di Covid-19 molte aziende si sono trovate costrette a ad adottare per i propri dipendenti la modalità smart-working. La prova del lavoro agile si è dimostrata un successo, tanto che, secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, il 70% delle grandi multinazionali ha optato per una modalità ibrida con 3 giorni in presenza e 2 in remoto e sembrano voler mantenere questa soluzione anche nel futuro.

A pagare però per questa “nuova normalità” sono le mense aziendali e il loro personale che, dal 2020 ad oggi, hanno visto crollare sensibilmente il numero di pasti del -40%. Basti pensare che nel 2019 e negli anni precedenti sono stati serviti complessivamente 200.589.000 pasti all’anno per un fatturato di 1.2 miliardi, mentre nel 2020 sono stati solamente 118.374.000 per un fatturato di 720 milioni.

Seppure nel 2021 ci sia stato un leggero aumento di fatturato (+20% rispetto al 2020) la decisione di un sistema ibrido non permetterà che il settore della ristorazione aziendale torni ai ritmi precedenti.

Per rispondere a questo problema e adattare il settore alla nuova situazione, sono stati pensati nuovi strumenti innovativi e tecnologici: “Soluzioni flessibili come gli smart locker, che assicurano il servizio anche alle realtà piccole e medie per cui la presenza di un ristorante aziendale non sarebbe sostenibile, che attraverso sistemi che consentano il delivery del pasto a domicilio per il lavoratore in remoto” ha spiegato Rosario Ambrosino, amministratore delegato di Elior, l’azienda leader del mercato della ristorazione collettiva in Italia.

Sul fronte della tecnologia e della distribuzione dei pasti fuori dalle aziende (per raggiungere i lavoratori in smart-working dove lavorano) si sta accendendo una forte competizione, per questo le società di ristorazione aziendale puntano sempre di più sulla qualità del cibo, più gustoso e sano.

A testimoniarlo è Federico Isenburg, ceo di Nutribees.  Acquisendo Nutribees ha deciso di trasformare la startup di successo nel food delivery B2C in una scommessa B2B, “Vogliamo coltivare una nicchia di qualità, per assicurare ai consumatori dei pasti sani e sapidi. Anche questo è wellbeing”.