Riapertura scuole dal 7 aprile? Possibile, ma preoccupa rischio aumento contagi con un ritorno alla Dad

Verso un nuovo decreto anti Covid e verso una graduale riapertura delle scuole, dopo la stretta ulteriore arrivata con il Dpcm del 2 marzo, che ha previsto la chiusura totale delle scuole, con la conseguente attivazione della Dad per tutti gli studenti, nelle zone rosse.

Un assaggio di riapertura in Trentino, con il rientro dei più piccoli di nidi e infanzia ed elementari. Domani, con il passaggio a zona arancione, è il turno degli alunni del Lazio fino alle scuole secondarie di primo grado. Un rientro breve, considerato che c’è poi lo stop per le festività pasquali da giovedì.

Dal 7 aprile in vigore il nuovo decreto, che, tra le altre misure, potrebbe prevedere il rientro in aula degli studenti fino alla prima media nelle zone rosse, dove attualmente vanno in presenza gli alunni con disabilità e Bes, gruppi di compagni di alunni Bes per favorire l’inclusione. In area rossa in presenza anche le attività dei laboratori.

Per le zone arancioni si prospetta l’apertura di tutte le scuole fino alla terza media, Dad per le superiori al 50%.

Un passo indietro per la Sardegna che, dopo le settimane in zona bianca, registra un aumento dei contagi, con la conseguente chiusura di diversi istituti scolastici soprattutto nel Cagliaritano e ad Alghero, dove il sindaco, Mario Conoci, ha deciso di chiudere tutte le scuole fino all’8 aprile.

“Subito dopo Pasqua le scuole riapriranno per i più piccoli, ma la speranza è che si possano riaprire per tutti. E insieme alle scuole molti Italiani chiedono di poter riavviare le proprie attività”, commenta il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso.

“Da un punto di vista sociale sono convinto che le scuole debbano essere le prime a riaprire e le ultime a chiudere”, afferma  Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe ma, avverte, “c’è bisogno di un adeguato livello di sicurezza nelle scuole, compresa anche la questione trasporti”.

Non sembrano positivi i dati, rilanciati da Ansa, cha arrivano dall’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). Le attività scolastiche, emerge dallo studio, hanno un ruolo importante nella trasmissione del virus: analizzando le curve dell’incidenza dei positivi in Italia, si mostra che la prima curva a crescere nel tempo è stata quella della fascia 0-9 anni, seguita da quella 10-19 anni, e poi quelle 20-29 e 30-39 anni.

Secondo Sebastiani, dunque, con un ritorno fra i banchi dopo Pasqua “correremo il rischio di un aumento dei contagi, con un successivo ritorno alla didattica a distanza e l’introduzione di nuove misure restrittive”.

Fonte: Orizzonte scuola