Se c’è il facility manager si lavora meglio

Il benessere generale in ufficio come leva per favorire il rendimento.
La felicità sul posto di lavoro: un tema all’apparenza marginale, ma in realtà di importanza cruciale nella vita dell’uomo, nella quale una larga parte del tempo viene assorbita dall’attività lavorativa. Proprio il tema della felicità è stato al centro del Forum Pulire 2020, la biennale multidisciplinare e internazionale dedicata all’igiene, organizzata da Issa Pulire Network, la più grande piattaforma internazionale nell’ambito del cleaning e del facility management. «Il facility management – ha spiegato Mariantonietta Lisena, direttore generale Ifma Italia – può fare la differenza migliorando la vita dei lavoratori attraverso l’innovazione delle modalità di lavoro. È un tema, questo, sicuramente molto attuale. Durante il lockdown non abbiamo fatto smart working ma “remote working” , un’autentica rivoluzione nelle modalità di lavoro, a cui ci siamo dovuti adattare. Ora che si tornerà in ufficio, per trasformare l’attività lavorativa in un autentico smart working, occorre cambiare mentalità. In che senso? Ad esempio, dando fiducia a colleghi e dipendenti, senza misurare il tempo del lavoro, bensì misurando gli obiettivi su periodi di tempo corretti e concordati. Esistono aziende che lo fanno da vent’anni, altre che solo ora si stanno avvicinando a questa nuova formula. Questo tipo di lavoro – ha assicurato – porta maggior benessere. Magari, in alcuni casi, non in senso fisico, quando non si possiede una postazione fissa e confortevole, ma un benessere generale che permette di integrare il lavoro con le altre esigenze quotidiane e personali. Per i manager andranno gestite delle complessità, ma forse con maggiore serenità e obiettivi raggiunti in modo migliore. L’ufficio dovrà restare un luogo di scambio in cui tenere un confronto tra colleghi». La crescita delle donne le porta a ricoprire anche ruoli da leader. «Oggi le donne – ha aggiunto la senatrice di Forza Italia e imprenditrice Virginia Tiraboschi – devono contribuire alla nascita di leadership diffuse nella community, è necessario che ci sia meno concorrenza e più sintonia, perché chi è veramente brava emerge da sola e la comunità la riconosce. Le donne sono più libere e questo dipende non solo dall’indipendenza economica, ma anche da quella culturale. Per me non esiste neanche la competizione tra uomini e donne. Sono mondi diversi, ma complementari. L’uomo è più bravo nella visione, nell’esecuzione la donna è più concreta anche se a volte i ruoli possono invertirsi». «In questo anno di pandemia e di crisi – ha detto Lia Quartapelle, deputata del Pd – le leader donne si sono distinte più dei leader uomini affrontando meglio le situazioni in cui sono state chiamate a intervenire. In Italia lavora il 48% di donne e il 67% di uomini e le donne guadagnano meno degli uomini a parità di mansioni. Il Recovery Fund è un’occasione storica perché servirà a fare riconversione ecologica e digitale, due settori a preponderanza maschile. Lo si può sfruttare per colmare la distanza uomo-donna nel mondo del lavoro, che si può ottenere anche con investimenti nel settore della cura, in cui le donne lavorano di più».
Fonte: La Sicilia