I servizi, vero motore occupazionale nel sistema italiano

A person wearing a mask, gloves and a safety suit cleans and disinfects a doorway of a community flat in the face of a virus pandemic, protected safety equipment so as not to be infected

Roma, 30/06/2020 – Il terziario riguarda a vario titolo il 70% delle persone che hanno un lavoro: l’industria si ferma al 20%.

Gli occupati nei servizi sono più di 16,4 milioni e rappresentano il 70% degli occupati in Italia. Per fare un raffronto con gli altri settori: gli occupati nell’industria sono il 20%; gli occupati nelle costruzioni il 6%, gli occupati nell’agricoltura il 4%. Inoltre il peso percentuale dell’occupazione terziaria sul totale dal 2008 al 2019 è cresciuto di 3 punti percentuali. Sono alcuni dei dati che emergono dallo studio “Pulizia, igiene e sicurezza: il nuovo mercato dei Servizi in Italia”, realizzato, per la prima volta in assoluto, dal Cresme sul mercato dei servizi in Italia, e che ha così fornito un quadro del comparto, in collaborazione con il promotore del report, Confindustria Servizi Hcfs, la federazione che riunisce le più importanti associazioni di imprese del settore. Secondo la ricerca i servizi sono stati il motore della crescita occupazionale negli anni della crisi. Tra 2008 e 2019, infatti, gli occupati nei servizi sono cresciuti di oltre un milione di unità (1.053.418) con un tasso di crescita del 6,9%; nello stesso periodo l’industria ha perso 225.000 occupati (una parte non piccola nei settori legati alle costruzioni) e le costruzioni hanno perso oltre 613.000 occupati (nell’agricoltura l’occupazione è cresciuta del 6,4%, poco meno di 55.000 unità). Per Lorenzo Bellicini, direttore Cresme, «dalla ricerca emerge come, nello scenario economico attuale, i servizi rappresentino il motore della crescita per il Paese. Era vero prima della pandemia, e lo sarà anche dopo. Il 70% dell’occupazione è nei servizi, e i servizi stanno anche vivendo profondi cambiamenti con l’accelerazione del lavoro in remoto, e una accelerazione delle dinamiche organizzative dovute a nuove modalità di workplace management che arricchiscono il mercato dell’integrated facility management. Inoltre alcune tipologie di servizi sono diventati più importanti, strategici in questa fase, e tra questi sono certamente i servizi di pulizia e sanificazione, fondamentali per tornare alla vita normale. Si tratta di una attività che è cresciuta con la crisi, e questo ha aperto un ulteriore mercato e bisogna stare attenti che la sanificazione sia condotta da personale e imprese con caratteristiche professionali specifiche, mentre assistiamo all’ingresso di soggetti privi di requisiti, con tutti i rischi che possiamo immaginare. È stato inoltre importante, misurare le superfici da sanificare, in particolare nei settori più critici (vedi scuole, ospedali e Rsa), perché qui un intervento corretto e misurato, con le risorse necessarie è fondamentale per la ripartenza in sicurezza. Il nostro studio misura le dimensioni di questo mercato», conclude Bellicini. In sostanza, secondo la ricerca, i servizi sono il motore occupazionale dell’economia italiana; il nodo centrale dell’offerta di lavoro vede il settore terziario protagonista della ripresa dell’economica. In questo contesto Confindustria Servizi Hcfs rappresenta un bacino 53.500 imprese, 532.500 addetti; 21,2 miliardi di fatturato. Per entrare nello specifico: Il settore dei servizi di pulizia e di facility services integrati assorbe la quota principale del mercato, pari in base alle stime a 35mila imprese e 470mila addetti, pari al 65% delle imprese ma a più dell’88% dei relativi addetti. L’ambito dei servizi di lavanderia, industriale e non, e di noleggio biancheria, vanta 17mila imprese attive e 49mila addetti, ovvero il 32% delle imprese poco meno del 10% degli occupati. I servizi di sicurezza sul lavoro contano circa 1.000 imprese e 7.000 addetti (meno del 2% e poco più dell’1% rispettivamente delle imprese e degli addetti totali); mentre i servizi di igiene in ambito sanitario sono una nicchia specializzata di mercato rappresentata da circa 200 operatori con circa 4.700 addetti. «Con questa ricerca – spiega Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e di Anip-Confindustria- offriamo al Paese tutte le potenzialità di un settore dimostrandone plasticamente la forza e l’importanza. Se il 70% degli occupati passa per il nostro comparto, ma chi Governa non interviene per tutelarlo e valorizzarlo, vuol dire che c’è un problema. Non vorremmo che, svanita l’enfasi degli eroi “invisibili”, penso ad esempio agli operatori impegnati in prima linea per la sanificazione degli ospedali, si prosegua con il solito sistema che alimenta gare al ribasso e scarsa trasparenza».

Fonte: La Sicilia