Cuoche delle mense alla fame: le proteste a Roma

Roma, 27/05/2020 – Tutte accalcate le une alle altre, anche se con le mascherine. «Rischiamo il contagio? Tanto se non muoio di coronavirus muoio di fame», rispondono esasperate, alcune piangendo, mentre la piazza del Campidoglio torna a riempirsi, dopo il lockdown, delle grida e degli slogan della protesta. Chiedono attenzione, chiedono risposte, perché dal 5 marzo sono senza lavoro. «Dignità e salute hanno lo stesso valore, siamo consapevoli di rischiare, ma questa è l’unica arma che abbiamo», urla al megafono una lavoratrice.
Roberta Leacche ha un figlio di 16 anni invalido al 100% ed è sola. Già quando lavora, la sua situazione economica è precaria, perché prende 650 euro al mese. Ma da quando il coronavirus ha chiuso le scuole e dunque interrotto l’attività delle mense scolastiche, la sua condizione è diventata drammatica.
E come Roberta ce ne sono tante altre: senza stipendio e senza ammortizzatori sociali da tre mesi. Cinquemila in tutto, 2.500 lavoratrici delle mense e 2.500 lavoratori della Multiservizi impiegati nella sanificazione e nella pulizia delle scuole con l’appalto Global service. A loro il coronavirus ha spalancato il baratro della povertà e il Comune di Roma ha fatto il resto abbandonandoli al loro destino.
«Dal 5 marzo non lavoriamo più – racconta Silvia Bizzarri, della Fisascat Cisl – In teoria dovremmo ricevere il Fis, il fondo integrativo salariale, ma non abbiamo avuto ancora nulla. Il nostro contratto scade il 31 luglio. Per contratto non possiamo avere un sussidio di disoccupazione né contributi con la sospensione del servizio. Alcune aziende hanno anticipato il Fis in attesa di essere rimborsate dall’Inps. Le nostre no».
Nelle stesse condizioni i lavoratori della Multiservizi impegnati nella sanificazione delle scuole.
Con il sostegno di Cgil, Cisl, Uil, i lavoratori hanno invaso la piazza del Campidoglio dopo che, lunedì, una trattativa in videoconferenza tra sindacati e amministratori capitolini non è andata a buon fine. Al termine, una rappresentanza dei manifestanti è stata ricevuta dal direttore generale di Roma Capitale Franco Giampaoletti, che li ha riconvocati per venerdì, promettendo una soluzione. «È stata la pressione della piazza – commenta Natale Di Cola, segretario Fp Cgil Roma e Lazio, anche lui in Campidoglio – Il fatto è che il Campidoglio ha dimostrato un disinteresse assoluto. Nessuno sa cosa succederà a settembre.
Visto che il Comune non sta spendendo soldi perché le attività di mensa e sanificazione sono interrotte, non poteva utilizzare questi lavoratori attivando le mense nei centri estivi e per la sanificazione anti Covid?». «Prima i nostri erano considerati servizi essenziali per la continuità scolastica. Non potevamo nemmeno scioperare. Ora ci hanno completamente cancellato», accusa Tatiana Cianfriglia, della Fisascat Cisl.
«Una forza lavoro che il Comune non può sprecare», dice anche il consigliere capitolino della Lega-Salvini premier, Davide Bordoni.
Solidarietà dal Pd capitolino: «Va fatto tutto il possibile per sostenere questi lavoratori e le loro famiglie», dichiarano Giulio Pelonzi e Valeria Baglio. E Stefano Fassina, capogruppo di Sinistra per Roma: «Torniamo a chiedere alla sindaca di impiegare chi oggi è senza lavoro in altre attività fondamentali per la città».

Fonte: La Repubblica