Niente più tendine per confessarsi, ci sarà il plexiglass tra 2 tavoli

Pisa, 13/05/2020 – «Abbiamo superato il buio della notte restando in attesa di una nuova alba. Il 18 maggio rappresenta la luce». Un nuovo inizio. Spartiacque tra la normalità stravolta dal coronavirus e le nuove consuetudini che attendono parroci e fedeli. Il via libera alle celebrazioni delle messe è arrivato con un accordo sottoscritto da Cei e governo. Un patto in cui le rigide norme per il contenimento dell’epidemia rappresenteranno uno stravolgimento delle funzioni religiose e scandiranno le nuove abitudini di una moltitudine di fedeli. La mascherina non sarà sufficiente ad assicurarsi il lasciapassare per professare il culto nel suo naturale luogo. Guanti, distanziamento e percorsi anti-assembramento diventeranno gli strumenti obbligatori per assistere alla liturgia, “svuotata” di simbolici gesti. Dall’abolizione dello scambio della pace, alla distribuzione dell’eucarestia, che avverrà senza più contatti. «Ecco, in questo modo riusciamo ad assicurare la distanza necessaria», spiega padre Augusto Tollon, mostrando i risultati di quella sorta di restyling a cui è andata incontro la chiesa di Santa Maria del Carmine, in cui pulizie straordinarie e sanificazione hanno decretato la fine di un percorso che ha concretizzato inedite misure per assicurarne la riapertura. Le tendine chiuse dei confessionali indicano spazi off-limits. Le confessioni saranno trasferite in un angolo dell’edificio, dove due tavoli, sui quali sarà installata una barriera di plexiglass, garantiranno la distanza di due metri e impediranno ogni contatto. I cambiamenti più evidenti saranno affiancati da una serie di norme destinate a modificare consolidate prassi. Niente più entrate libere. Un sacrestano controllerà l’ingresso dei fedeli, rigorosamente contingentato. Obbligatorio l’uso di guanti e mascherine. Necessaria la sanificazione delle mani con i gel igienizzanti presenti all’entrata. Ingresso vietato a chi presenta sintomi influenzali o una temperatura corporea pari o superiore a 37,5 gradi. La chiesa, a fronte di circa 300 posti a sedere, potrà ospitare massimo 70 fedeli. Al raggiungimento del numero prestabilito, il portone d’ingresso verrà chiuso. Ogni panca potrà essere occupata da due persone, che dovranno disporsi alle due estremità. L’uscita avverrà da una porta secondaria e sarà regolamentata per evitare assembramenti. Non ci sarà il coro ad accompagnare le fasi cruciali della liturgia. Lo scambio della pace sarà abolito e l’eucarestia sarà distribuita dal sacerdote che, dopo aver sanificato le mani, lascerà cadere l’ostia nelle mani dei fedeli. «Una messa più snella e impoverita dei contatti umani, ma sono convinto che riuscirà ugualmente bene. Sarà importante ricominciare le visite agli ammalati e ristabilire i contatti con i giovani – prosegue padre Augusto – dobbiamo ringraziare le autorità civili, la Cei e il vescovo, che ci sono stati sempre vicini e hanno messo in campo le necessarie regole per affrontare questo difficile momento, ma soprattutto i tanti giovani che si sono impegnati per sostenere le famiglie più bisognose».

Fonte: Il Tirren