Milano, la solidarietà ai tempi del coronavirus

Come garantire i servizi ai più bisognosi in tempi di emergenza sanitaria? Le sole disposizioni regionali hanno ricadute importanti sulle realtà che offrono pasti caldi, dormitori e abiti ai senzatetto.  L’Opera San Francesco per i poveri, ad esempio, che conta 900 volontari tra la mensa e il Poliambulatorio, ha scelto di garantire i pasti sostituendo alla mensa la distribuzione di buste di cibo. Ambulatorio e docce restano aperte regolarmente, come i servizi di accoglienza e il centro di raccolta, mentre è chiuso il guardaroba.

Aperti i centri di accoglienza del Progetto Arca, che aiuta i senzatetto, mentre il ristorante Ruben al Giambellino sta valutando di distribuire anch’esso lunch box. La mensa di via Saponaro, una delle più grandi di Milano, è aperta ai tesserati, ben 2.980 persone. Il poliambulatorio di via Bertoni ha bloccato l’agenda, mentre i ragazzi ospitati dai centri per minori studiano via Skype. La Casa della carità ha sospeso – per soli due giorni per ora – il servizio docce e il centro di ascolto, ed è prevista una sanificazione straordinaria degli ambienti. La mensa «Non di solo pane» a Magenta, tra le rare realtà di questo tipo in provincia di Milano, resta chiusa. A Milano, Pane Quotidiano – che sostiene 800mila persone l’anno – sospende fino al 2 marzo le sue attività. A Corvetto il Comune ha distribuito gli 800pasti destinati agli studenti a enti caritatevoli, associazioni e case di accoglienza sul territorio, dato che le scuole sono chiuse.

Caritas Ambrosiana tiene aperti i servizi seguendo nuove regole preventive di igiene. Anche qui le mense continuano a funzionare distribuendo il cibo in sacchetti da asporto; e le accoglienze residenziali, anche notturne, restano aperte. Sospese le attività di doposcuola e le scuole di italiano.