Castellamonte, l’unico paese del Canavese Plastic free

IVREA, 28/10/2019 – L’unico Comune canavesano che ha aderito alla sfida lanciata dal ministero dell’Ambiente per liberare le nostre città dalla plastica, fino a questo momento, è Castellamonte. C’è una delibera di inizio 2018 originata da una mozione del Movimento 5 Stelle, anche se il paese non figura tra quelli presenti sul sito del ministero (forse per una svista). Il sindaco Pasquale Mazza è molto sensibile all’argomento. «Nelle scuole non usiamo più da anni plastica non riciclabile – spiega -, abbiamo comprato le lavastoviglie e i bicchieri policarbonato. In consiglio comunale ho acquistato personalmente bicchieri e bottiglie di vetro». Ivrea senza plastica. Quella di un mondo senza plastica non riciclabile è un’idea che molti giudicano ingenua o utopica. Ivrea ha già mosso dei piccoli passi in questa direzione, approvando il 29 maggio un ordine del giorno promosso dalla consigliera Pd Gabriella Colosso che impegna il sindaco Stefano Sertoli e l’assessore Giuliano Balzola «a valutare l’opportunità e l’utilità di adottare una serie di misure indirizzate ad utilizzi, riciclabile, biodegradabile» che non produca «o produca scarsa quantità di rifiuto». La città non ha realizzato ancora tutte le misure suggerite in quell’atto, tra cui l’adesione alla campagna ministeriale. «Stiamo portando avanti una campagna di sensibilizzazione e controllo con Società canavesana servizi – spiega Balzola -. Se un’azienda sbaglia il conferimento dei rifiuti, segnaliamo e sanzioniamo i responsabili. Io credo nel rifiuto zero, è possibile – sottolinea -. Il problema è anzitutto culturale». «servono i gesti»Di avviso diverso è la promotrice dell’ordine del giorno, Gabriella Colosso. «Dall’approvazione di quell’atto non ho visto nulla – spiega -. Iniziando dall’eliminazione dei distributori con bicchieri e palette di plastica, che è un gesto piccolo, ma simbolico. Già nel 2021 dovremo fronteggiare lo stop dell’Unione europea al monouso. Per questo dare messaggi e promuovere azioni è importante. Le nostre commissioni si dovrebbero riunire di più e discutere dei temi».Balzola, tuttavia, spiega di avere un paio di mosse in serbo. «Anzitutto il prossimo affidamento dei distributori in Comune sarà certamente senza plastica», spiega. «Poi – prosegue – voglio riprendere e allargare una delibera di giunta regionale dove si vincola la concessione dei patrocini onerosi, in quel caso delle manifestazioni sportive, al plastic free. E vorrei portare le casette dell’acqua in quei quartieri che ne sono sprovvisti».pro loco plastic free.A proposito di organizzazione di eventi l’assessore plaude ad alcune Pro loco, soprattutto quella di San Bernardo, che utilizzano soltanto stoviglie biocompostabili. Su questo argomento la sensibilità del Piemonte è già molto elevata: l’unione nazionale delle Pro loco d’Italia (Unpli) ha realizzato con la Regione un accordo sulla ristorazione collettiva che prevede, oltre alla valorizzazione dei prodotti locali, il bando della plastica. «Lo portiamo avanti da fine 2018 – spiega Marina Vittone, segretaria provinciale dell’Unpli -: in un anno abbiamo raggiunto un centinaio di associazioni su 1.070 della Regione». Le canavesane che aderiscono al protocollo sono quella di Rivarolo e quella di Alpette.mercato e laghi. L’attivismo della società civile, forse, è quello che colpisce di più. Legambiente ha organizzato giornate con i ragazzi e con i richiedenti asilo, per ripulire le sponde dei fiumi, la zona dei laghi e l’area mercatale. «Con il progetto Vispo – spiega Paolo Casarin – rivolto ai ragazzi dai 18 ai trent’anni, ci siamo occupati di ripulire Dora Baltea, area cinque laghi, la Serra morenica. L’obiettivo è salvaguardare e tutelare i fiumi, fare divulgazione, spiegare quali sono le problematiche. Lo facciamo con classi e bambini a scuola o con azioni concrete di pulizia».Per quanto riguarda l’area mercatale, invece, è stata organizzata una pulizia del fosso con i richiedenti asilo. «Il problema è il non corretto recupero dei materiali che poi diventa rifiuto indifferenziato – ammonisce Nevio Perna -. Ci siamo chiesti se gli ambulanti conoscessero i regolamenti comunali e abbiamo invitato all’azione anche il Comune, che recentemente ha fatto azioni di sensibilizzazione sulla questione».

Fonte: La Sentinella del Canavese