MENSE OSPEDALIERE: I carabinieri indagano sull’appalto

VENEZIA – Veleni e sospetti intorno all’appalto delle mense ospedaliere nelle Ulss del Veneto: da fonti politiche si apprende che la procedura di affidamento del servizio di ristorazione, bocciata dal Consiglio di Stato, ora è al centro di un’indagine dei carabinieri, conseguente all’esposto trasmesso alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti dall’Authority anticorruzione di Raffaele Cantone. nervi tesi in aula. La querelle è riecheggiata l’altra sera in consiglio regionale: allorché l’opposizione ha presentato una risoluzione che impegnava l’amministrazione di Luca Zaia «alla corretta riedizione della gara nel solco di quanto deliberato da Anac», la maggioranza di Lega e centrodestra si è astenuta dalla partecipazione al voto, vanificando così il numero legale. «Un atteggiamento imbarazzante, anzi, sospetto», il commento del capogruppo dem Stefano Fracasso; «È l’onda lunga galaniana sull’amministrazione Zaia», ha rincarato Jacopo Berti dai banchi 5 Stelle suscitando la reazione indignata di Nicola Finco, lo speaker della Lega. Ma qual è la genesi della vicenda? Bandìto da Azienda Zero (la governance della sanità) con base d’asta di 303, 30 milioni di euro spalmati in un quinquennio, l’appalto è stato aggiudicato al Gruppo Serenissima Ristorazione – il colosso presieduto da Mario Putin (vecchio amico di Giancarlo Galan) che a Boara Pisani vanta un centro di cottura capace di distribuire 50 milioni di pasti l’anno – “resistendo” al primo ricorso al Tar da parte del concorrente Dussman Service (a sua volta patavino ed egemone in città) che però l’ha spuntata in secondo grado, nel febbraio scorso, inducendo i giudici del Consiglio di Stato a decretare l’illegittimità di tre dei sei lotti.lA TESI di AZIENDA ZEROA liquidare i restanti, poi, ha provveduto l’Anac: «L’intero impianto della gara, sotto il profilo delle scelte discrezionali, appare strutturata in violazione delle regole della corretta e leale concorrenza nel mercato», scandisce la sua delibera del 7 giugno. Il sospetto adombrato – quello di un appalto congegnato su misura del vincitore predestinato – è rimbalzato a Palazzo Ferro-Fini nel corso di un infiammato consiglio straordinario culminato dall’uscita dall’aula del gruppone leghista prima della votazione. «All’appalto hanno concorso sette imprese e Serenissima non si è aggiudicata il servizio in virtù dei maggiori requisiti di partenza ma alla luce di un ribasso di prezzo del 10% che ci consentirà di risparmiare 25 milioni», la sostanza della replica affidata a Manuela Lanzarin «d’altronde, se la formulazione del bando di gara era sospetto, perché il ricorrente non l’ha contestata immediatamente anziché attendere l’esito?». Nel merito delle modalità previste dal nuovo bando, l’assessore alla sanità non si è pronunciata, evocando «il rischio di una turbativa d’asta».I PREZZI E IL MONOPOLIOParole che non hanno affatto convinto il gruppo dem – «La maggioranza capitanata da Luca Zaia, incurante della legalità, ritiene normale questa situazione di monopolio» – e tantomeno Piero Ruzzante (Liberi e uguali) scandalizzato dalla «pervicace insistenza nel mantenere inalterato un sistema di appalti nel settore delle mense ospedaliere che è stato autorevolmente giudicato illegittimo e contrario ai principi di concorrenza ed efficienza dei mercati». Frecciate in attesa di eventuali sviluppi investigativi. Staremo a vedere.

Fonte: Il Mattino di Padova