Scandalo Mense: 4 indagati, il Comune: “Cambieremo gestore”

Il CENTRO, PESCARA – Tre centri di cottura sotto sequestro e quattro indagati a partire da Chiara Nasi, presidente di Cir Food, l’azienda che da anni gestisce il servizio di refezione scolastica in Ati con BioRistoro Italia.

Procede a tappe forzate, l’inchiesta sulle tossinfezioni alimentari da Campylobacter che nell’ultima settimana ha mandato all’ospedale circa 200 bambini delle scuole cittadine, tra infanzia e primarie. I sigilli della Procura di Pescara sono scattati nei centri di cottura, dove si preparano i 3700 pasti quotidiani, di via Fonte Romana 23, all’interno della scuola Carducci; via Lago di Borgiano; via Milano 58, all’interno della scuola Silone.

A campione, sequestrati anche i contenitori di acqua potabile nelle refezioni dei plessi che fanno capo agli istituti comprensivi 1, 2, 4, 5 e 8.

Mentre l’inchiesta della Procura va avanti, tra lunedì e martedì prossimi si conosceranno i primi risultati, conseguenti alle ispezioni e ai prelievi dei Nas (carabinieri del Nucleo antisofisticazioni), sui campioni di alimenti, acqua e tamponi di superficie, all’esame dell’istituto Zooprofilattico di Teramo.

Intanto il Comune si muove celermente. Il sindaco Marco Alessandrini e l’assessore alle Mense Giacomo Cuzzi, ieri pomeriggio nel corso di una conferenza stampa in sala giunta hanno annunciato di essere pronti a «cambiare gestore» nei tempi, nelle giuste modalità e con i dovuti «riscontri scientifici» alla mano. Per gli amministratori, il «rapporto fiduciario» con l’azienda sotto accusa, «si è consumato». All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di Zooprofilattico Elisabetta Di Giannatale ; dell’Aca Lorenzo Livello e della Asl Dipartimento prevenzione Antonio Caponetti.

I tre esperti hanno chiarito gli aspetti tecnici di un iter che procede nella direzione di una «ricerca della verità» su quali siano i cibi che hanno provocato malori gastrointestinali e febbre agli alunni, ma anche a maestre e bidelli di almeno 7 scuole.

Mercoledì, la Cir Food si è difesa spiegando in una nota che «le infezioni non sono da associare ai cibi somministrati dalla società» in virtù del fatto che «gli episodi epidemici» secondo informazioni tratte da un portale sulla sanità, «sono associati prevalentemente al consumo di acqua e latte e, occasionalmente, carne di pollo, con raro contagio da uomo a uomo». Un riferimento, fatto dall’azienda, alle ordinanze comunali sui divieti dell’acqua in alcuni plessi ha fatto scattare la replica stizzita del Comune. Gli enti interpellati hanno smentito la Cir Food. Livello, direttore tecnico dell’Aca, si è detto «infastidito» dai dati rivelati: «L’Aca effettua 1600 analisi annuali, di cui 100 solo a Pescara, a cui si aggiungono quelli della Asl; manutenzioni negli impianti e controlli chimico-biologici in collaborazione con i laboratori di Chieti e un piano di monitoraggio condiviso con le Asl regionali. Abbiamo un sistema di telecontrollo con le sonde della quantità di cloro da immettere nell’acqua la cui concentrazione, durante i prelievi di acqua potabile del 4-5 e 6 giugno, si è attestata sullo 0,10 mg contro un massimo di 0,20».

In attesa dei risultati dello Zooprofilattico a cui i Nas hanno consegnato i campioni, «sull’acqua nessuno può dire nulla» ha chiarito Di Giannatale, ma è più probabile che la contaminazione sia avvenuta attraverso il cibo: «Se guardiamo ai casi europei, la maggior parte delle contaminazioni da batterio sono provocate da pollo e carne bianca». Se i riscontri incrociati delle analisi confermeranno che si tratta del Campylobacter, «il batterio che non sopravvive in acqua potabile con cloro, dovrà essere isolato e avvisate le autorità competenti».

Fonte: Il Centro